Bandersnatch: un incubo personalizzato

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Black Mirror e il Natale sono un binomio decisamente insolito, ma che dai tempi di White Christmas (2014) si è dimostrato vincente. L’anno scorso si è chiuso in bellezza col rilascio della dibattuta quarta stagione, che ci ha regalato chicche come Arkangel e Metalhead (più qualche episodio meno riuscito, ma si sa che con Black Mirror va così), e quest’anno l’asticella del rischio è stata notevolmente alzata con il rilascio del chiacchieratissimo film Bandersnatch.

Che cos’ha di tanto speciale? Perché è stato rilasciato come singolo? In fin dei conti, anche Hated in the Nation è lungo quanto un TV movie, ma è semplicemente contato come finale di stagione (magistrale) della terza.

Bandersnatch ha di unico, meme a parte, l’essere un episodio interattivo. Dal proprio computer, tablet o cellulare sarà quindi possibile alterare la prosecuzione della trama attraverso un sistema di scelte multiple; in sé non è una meccanica rivoluzionaria, tant’è che le avventure punta e clicca e le visual novel sono generi popolarissimi, ma applicarla a un girato tradizionale esercita un discreto fascino.

Ed è proprio qui il punto di forza dell’episodio, insieme al resto.

Se contiamo soltanto la trama, Bandersnatch sarebbe un buon episodio di Black Mirror: segue le vicende del giovane Stefan (Fionn Whitehead), intento a programmare la demo di un videogioco ispirato al libro che dà il titolo alla puntata, che a sua volta è il nome di un leggendario videogioco anni ‘80 mai finito. Un gioco di richiami inevitabilmente meta che si diramano per tutto l’episodio, mentre lo spettatore accompagna (o, per meglio dire, spinge) il protagonista sempre più in fondo ad una rete di paranoia e teorie del complotto, con tanto di documentario sulla follia dell’autore del libro e simboli nuovi misti ad altri già visti. Il tutto confezionato in una cornice anni ’80 – essendo il film ambientato nell’emblematico anno 1984 – che razionalmente sappiamo riconoscere come trita e ritrita, ma che a livello istintuale ci piace e ci gasa.

Ma c’è molto più di questo.

ATTENZIONE: Il testo a seguire contiene SPOILER Continua a leggere