Fate/Stay Night Heaven’s Feel III. Spring Song: La cerimonia degli addii

L’ultima parte del viaggio, si sa, è sempre quella più faticosa. Quando si guardava alla terza parte di Heaven’s Feel nei mesi successivi a Lost Butterfly, però, di sicuro nessuno si aspettava che dovesse schivare una pandemia globale, continue posticipazioni (pur perfettamente giustificate) e una distribuzione direct-to-streaming su Netflix per quanto riguarda l’Italia. Sicuramente quest’evenienza ha un po’ dissipato l’ansia da botteghino che si è venuta a creare con il secondo capitolo, ma Spring Song è un film che va gustato sul grande schermo, per poter cogliere ogni centesimo speso dalla Ufotable in effetti speciali.

Vederlo arrivare direttamente su piccoli e piccolissimi schermi è strano. C’è da dire che un’occasione per guardarlo come si deve c’è stata: il 16 e il 17 ottobre dello scorso anno, c’è stata a Napoli l’anteprima nazionale del film, nell’ambito della mostra Asian Foqus promossa per il circuito Comicon Extra – se n’è parlato anche sui quotidiani locali, pur con qualche noto incidente di percorso. Già per Lost Butterfly l’anteprima nazionale sottotitolata si era svolta al Comicon, il 26 aprile del 2019. Tuttavia, a causa delle chiusure non è stato possibile pensare all’evento NexoDigital. Se da un lato è diventato direttamente disponibile per tutti, un po’ è triste non aver fatto la fila al TheSpace, cercando di capire ad occhio nudo chi altri avesse compiuto il viaggio della speranza per assaporare la vittoria dopo anni di rotture di scatole sotto i post della Dynit.

Spring Song riprende esattamente dal cliffhanger di Lost Butterfly: Sakura è scappata per porre rimedio alla sua immensa sete di sangue, Shinji è morto e giace con gli occhi vitrei e la testa spaccata sul letto dove ha tentato di fare violenza alla sorella, e Shirou è intervenuto troppo tardi.

ATTENZIONE: Il testo a seguire contiene SPOILER

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A ormai quasi due anni dal boato che ha scosso l’auditorium della conferenza Dynit al Lucca Comics del 2017 e dal “mi fate paura” di Cavazzoni, Fate continua ad essere un fenomeno mediatico al punto da conquistarsi un trafiletto su Repubblica Napoli per pubblicizzare il lancio cinematografico di Lost Butterfly, il secondo capitolo animato della route Heaven’s Feel per la regia di Tomonori Sudou.

Il primo film, Presage Flower, aveva mantenuto una discreta popolarità nonostante gli avversari delle major, e la sua presenza su Netflix a partire dal primo gennaio di quest’anno avrebbe dovuto consentire anche a chi si fosse perso l’evento al cinema di febbraio 2018 o non potesse acquistare i bluray di recuperarlo e prepararsi per il secondo. Purtroppo, un cambio di date un po’ infausto (a cavallo con gli esami di maturità e in piena sessione estiva per gli universitari) ha causato un calo dell’affluenza – ed è triste, considerando che non doveva neppure vedersela con una prima Disney-Marvel. Come questo influirà sull’acquisto del terzo e più atteso capitolo, Spring Song, non è dato saperlo, ma Lost Butterfly è un capitolo che si è battuto con onore superando qualitativamente il primo.

Tomonori Sudou ha approfittato della sua immensa passione per Sakura per raccontare con dovizia di particolari uno dei segmenti più oscuri della sua esistenza, aggiungendo anche un tocco personale in linea con l’atmosfera horror della route. La scelta del taglio finale, a mo’ di cliffhanger per chi non fosse un esperto del materiale originale, è il climax più indicato per questa parte di Heaven’s Feel, che accompagna lo spettatore nei dolori di un’eroina relegata a ruoli per lo più marginali nelle route precedenti.

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