Fate/Stay Night: Heaven’s Feel II. Lost Butterfly, letture e riletture dell’orrore

LostButterfly2

A ormai quasi due anni dal boato che ha scosso l’auditorium della conferenza Dynit al Lucca Comics del 2017 e dal “mi fate paura” di Cavazzoni, Fate continua ad essere un fenomeno mediatico al punto da conquistarsi un trafiletto su Repubblica Napoli per pubblicizzare il lancio cinematografico di Lost Butterfly, il secondo capitolo animato della route Heaven’s Feel per la regia di Tomonori Sudou.

Il primo film, Presage Flower, aveva mantenuto una discreta popolarità nonostante gli avversari delle major, e la sua presenza su Netflix a partire dal primo gennaio di quest’anno avrebbe dovuto consentire anche a chi si fosse perso l’evento al cinema di febbraio 2018 o non potesse acquistare i bluray di recuperarlo e prepararsi per il secondo. Purtroppo, un cambio di date un po’ infausto (a cavallo con gli esami di maturità e in piena sessione estiva per gli universitari) ha causato un calo dell’affluenza – ed è triste, considerando che non doveva neppure vedersela con una prima Disney-Marvel. Come questo influirà sull’acquisto del terzo e più atteso capitolo, Spring Song, non è dato saperlo, ma Lost Butterfly è un capitolo che si è battuto con onore superando qualitativamente il primo.

Tomonori Sudou ha approfittato della sua immensa passione per Sakura per raccontare con dovizia di particolari uno dei segmenti più oscuri della sua esistenza, aggiungendo anche un tocco personale in linea con l’atmosfera horror della route. La scelta del taglio finale, a mo’ di cliffhanger per chi non fosse un esperto del materiale originale, è il climax più indicato per questa parte di Heaven’s Feel, che accompagna lo spettatore nei dolori di un’eroina relegata a ruoli per lo più marginali nelle route precedenti.

ATTENZIONE: Il testo a seguire contiene SPOILER Continua a leggere