Ma Rainey’s Black Bottom: elegia per la madre del Blues

Al di fuori degli Stati Uniti, il primo impatto che uno spettatore abituale ha con la cultura africana-americana al di fuori di un contesto scolastico in cui viene solo accennata è sicuramente legato alla televisione o alla lettura. Vivere i propri anni formativi nel primo decennio del nuovo millennio ha significato essere esposti a determinate rappresentazioni della comunità, a volte più riuscite, a volte un perpetuarsi di stereotipi che relegano i personaggi neri ad assistenti “magici”. Sebbene sia solo dallo scorso decennio che le voci degli autori neri abbiano iniziato a intervenire nella scena mediatica mainstream, con l’eccezione di una manciata di nomi amati dallo Star System, la storia delle comunità africane-americane è ricca e significativa.

La critica cinematografica di alto profilo sembra approcciarsi alle trasposizioni delle esperienze delle persone nere come se si trattasse di qualcosa da esibire per una pretesa di inclusione, piuttosto che opere che nascono in un contesto specifico, con un valore artistico legato a tali esperienze. Ma Rainey’s Black Bottom, però, ha una personalità così distinta da rendere impossibile una sanificazione made in Hollywood. Il film, che ha per protagonista Viola Davis nel ruolo della cantante che dà il titolo all’opera e alla canzone, è tratto dall’omonima opera teatrale del premio Pulitzer August Wilson e racconta la storia dell’omonimo brano. Al suo fianco, Chadwick Boseman nel ruolo di Levee, trombettista che affronterà un arco di crescita straordinario all’interno del film; l’interpretazione è valsa numerose candidature postume a Boseman, morto lo scorso agosto, e il Golden Globe come Miglior attore protagonista.

La storia copre un lasso di tempo che va dagli inizi della carriera di Ma Rainey, madre del blues, che passa dall’esibirsi nei tendoni per un pubblico ristretto al tenere sotto scacco (almeno in apparenza) la casa discografica con la quale deve incidere il suo prossimo disco. Il suo temperamento da diva, in contrasto con quello turbolento di Levee, è una perfetta ricetta per un disastro.

ATTENZIONE: Il testo a seguire contiene SPOILER

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