Il ladro e il ciabattino: una leggenda a portata di click

Una delle funzioni dell’internet è quella di essere un archivio di storie: storie vere, leggende e storie vere che hanno del leggendario. La storia de Il ladro e il ciabattino rientra sicuramente nell’ultima categoria. Più che della trama del film in sé, si parla molto della sua produzione: detiene il primato come film più longevo in termini di realizzazione. Quella dietro Il ladro e il ciabattino è una storia d’amore e di dedizione, di sogni realizzati e infranti, ma anche di grande amarezza per il regista (e anche sceneggiatore e co-produttore) Richard Williams. Prima di arrivare alla conclusione di questa sua “magnum opus” rimasta quasi del tutto incompiuta, Williams si è distinto per le sue capacità visionarie lavorando per la Disney e per la Warner Bros. e portando a casa ben due Oscar per Chi ha incastrato Roger Rabbit, capolavoro avanguardistico della tecnica mista.

Il seme de Il ladro e il ciabattino venne piantato a metà degli anni ’60, quando Williams stava iniziando a muovere i primi passi nel settore animando corti e pubblicità. L’idea era quella di realizzare un film rivoluzionario, per tecnica e temi: la storia, in un’ambientazione da Mille e una Notte, segue le vicende del ciabattino Tacco, che a causa di un incidente con un ladro muto si ritrova a compiere una missione molto importante al fianco della principessa YumYum, figlia di re Nod.

Tutta la potenza artistica della mente di Williams, più che nella sceneggiatura doveva essere incanalata nell’aspetto grafico del film. L’ambientazione, la “città dorata” dove si svolge l’azione, è stata realizzata secondo geometrie bizzarre che consentono ai personaggi di muoversi nello spazio in modo del tutto inusuale. Persino i movimenti di camera sono estremamente avanzati e fluidi per un film realizzato interamente a mano.

Uno dei maggiori deterrenti per le case di produzione, all’epoca, era proprio la tecnica estremamente ambiziosa adoperata da Williams, che è stato sistematicamente abbandonato, nel tempo, da chiunque entrasse a far parte del progetto. È stato lo showrunner Garrett Gilchrist, dalla metà degli anni 2000 in poi, a lavorare ad un “Recobbled cut” (che non definirà mai “Director’s cut” per rispetto a Williams), ovvero una versione quanto più fedele possibile all’originale, che include anche scene semplicemente “imbastite”.

ATTENZIONE: Il testo a seguire contiene SPOILER

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